mercoledì 25 febbraio 2009

Dalla “vraciera” (bracere) a facebook da facebook alla “vraciera”? Negli anni 70 Berne nel suo libro “Ciao!”… e poi?” descrive in quanti modi le persone strutturano il loro tempo e come entrano in relazione con l’altro, descrivendo i passaggi dall’ isolamento all’intimità come un processo in evoluzione. Le persone temono e desiderano l’intimità: rischiare, fidarsi di sé e degli altri per guadagnare il piacere di esserci, di sentirsi accettato per come si è, di appartenere. Oggi l’interesse per la comunicazione sembra essere significativamente aumentato: la televisione propone i reality come occasione per poter osservare le relazioni, giudicarle senza entrare direttamente se non attraverso un televoto che decide chi è degno di restare e chi invece deve essere fatto fuori! Internet propone facebook, messanger, e mail, blog, spazi attraverso i quali le persone entrano in contatto con il mondo, si fanno amici, si può entrare in intimità con l’altro sapendo che c’è sempre qualcun altro che può leggere, impicciarsi, invadere la privacy…. Gli sms, le mail propongono una comunicazione immediata, veloce, che però taglia fuori il tono della voce, l’espressione del volto, i gesti, tutto ciò che da colore al contenuto, che esprime emozioni. Quanto però la “fame” di relazioni trova soddisfazione in contesti i cui confini non sono definiti e dove tutti possono entrare, giudicare, invadere o quanto tutto questo è un modo per proteggersi dal rischio dell’intimità, dando così luogo a ciò che Berne chiama “giochi relazionali” che aumentano un senso di sfiducia e solitudine profonda? Ci sembra interessante, per noi che da anni lavoriamo nella prevenzione primaria riflettere su tutto ciò e pensare di lanciare una proposta che possa recuperare una circolarità, relazioni faccia a faccia, in contesti protetti da regole di rispetto che rafforzano un senso di fiducia. Che ne pensate? Paola Bisciglia

2 commenti:

Maria Grazia Cecchini ha detto...

Carissime,
non solo voglio farvi i complimenti per l'iniziativa ma riconfermarvi la mia stima per l'impegno e la professionalità.
Alla stima che provo si lega il grande affetto e il piacere di aver seguito la vostra Associazione dalla sua "ideazione"... mi ritengo fortunata di camminare con voi, sempre rispettose ed estimatrici delle differenze e mosse da autenticità!
Buona vita all'Associazione!
un abbraccio. Maria Grazia Cecchini

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con quanto scritto in questo articolo. Ho avuto in passato esperienza di relazioni virtuali, anche significative, ma credo che se restano prive dell'incontro reale, mancano dello spessore io-altro. Nelle relazioni virtuali si ingigantisce a dismisura lo spazio dell'individualità e della proiezione. Di conseguenza, alla fine, è inevitabile sentire l'alienazione dalla realtà.
Nel mio piccolo, sto lavorando con un gruppo di genitori promuovendo incontri veri che coinvolgono in una dimensione a 360°...guardarsi negli occhi e leggere nell'altro la gioia di stare insieme rimane un'esperienza insostituibile.go
Un bacio a tutti...Lucia Longo