venerdì 12 dicembre 2008

Chiusura del corso di counselling socio-educativo: riflessioni a caldo davanti il “Kit dell’amicizia”

Nel weekend del 15/16 novembre si è concluso il triennio del corso di counselling socio-educativo accreditato dal CNCP (Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti). Il corso si è avvalso di un gruppo di didatti provenienti da diverse Istituzioni impegnate nel campo della formazione: Associazione Argo, Università della Calabria, IFREP di Roma, Scuola Romana di terapia Familiare (sede di Roma e di Crotone) e Associazione Atmos di Roma. In pizzeria, mentre noi organizzatori e gli allievi, festeggiamo la chiusura davanti al “Kit dell’amicizia”( contenitore unico di birra dal quale ognuno può prendere la sua parte proprio come avviene nella vita dei gruppi), brindando ai momenti belli ma anche a quelli difficili, mi piace tornare indietro nel tempo e ricordare quando tutto questo è iniziato…

Il corso nasce, per opera di un gruppo di psicologi dell’Associazione Argo, in un momento in cui ci si stava interrogando se dare vita ad una creatura propria oppure continuare ad esistere solo in risposta a mandati esterni di altre istituzioni con sistemi di regole e valori propri non sempre rappresentativi dell’Associazione stessa.

L’invito parte circa 4 anni fa dal prof. Scilligo, allora presidente del CNCP, che conoscendo e stimando la nostra metodologia di lavoro ci chiede di entrare a far parte del CNCP come scuola di formazione in counselling per rispondere sia ad un bisogno nazionale di formazione nell’ambito delle professioni impegnate nella relazione di aiuto, che per partecipare, attraverso momenti di confronto con altre scuole di formazione, ad un processo di definizione dell’identità del counsellor, (dei suoi confini e specificità d’intervento, per investire sempre di più nell’ambito della prevenzione al disagio sociale).

Il corso è stato per noi occasione di confronto con altre realtà che operano in campo nazionale, il verificare di percorrere una direzione condivisa ci ha dato forza per proporci nell’ambito della nostra realtà territoriale ed affrontare in modo più deciso i nodi problematici con i quali da tempo facevamo i conti. (Sapevamo per es. che non sarebbe stato facile avere iscritti ad un corso che richiede un investimento economico, di tempo ed energie e che non promette riconoscimenti concreti quali crediti, attestazioni riconosciute, ecc. ma il nostro obiettivo non era lavorare su grandi numeri ma quello di formare un gruppo di operatori che una volta diventati counsellor avrebbero potuto entrare in rete con noi e dare forza all’Associazione stessa). L’esperienza di questi tre anni ci ha permesso di verificare e rafforzare l’idea che se noi vogliamo sostenere l’altro nelle sue difficoltà relazionali non possiamo pensare che questo passa solo attraverso un apprendimento cognitivo ma anche attraverso un apprendimento emotivo-affettivo(che un “gruppo sano” e affidabile può fornire). Il gruppo di apprendimento se ben guidato diventa palestra per l’operatore per sperimentare in prima persona processi di costruzione di fiducia, comunicazione efficace e di gestione dei conflitti in modo sano e costruttivo. Non si può apprendere la conduzione di gruppi e la gestione delle sue dinamiche se non si fa esperienza di gruppo in modo diretto. Il nostro gruppo di pionieri counsellor ha potuto fare esperienza di vita di gruppo passando attraverso specifiche fasi del suo ciclo vitale: 1. la luna di miele: il piacere di ritrovarsi in una direzione condivisa 2. il conflitto tra appartenenza e bisogno di differenziazione 3. la bilancia: ricerca di un equilibrio tra benefici e costi 4. il passaggio dall’ideale al reale: il gruppo diventa creativo ed operativo in modo efficace. 5. la scelta di esserci e di andare fino in fondo nonostante le crisi L’operatività del gruppo si è espressa attraverso le ore di tirocinio previste dal programma del terzo anno e che prevedevano una fase di progettazione, una fase d’intervento, una di monitoraggio ed una di valutazione. Il progetto di lavoro prevedeva uno “Spazio Genitori” per genitori interessati ad approfondire tematiche inerenti alle problematiche inerenti alla genitorialità. Il compito di noi formatori è stato come per i genitori di figli adolescenti quello di accogliere le richieste di dipendenza (“non siamo ancora pronti per sperimentarci” “abbiamo bisogno di altra teoria”, ecc.) e di sostenere il desiderio di diventare grandi avendo fiducia nelle loro risorse e quindi nella possibilità concreta che loro potessero veramente fare un buon lavoro. Nel frattempo il gruppo funzionava come il sottosistema dei fratelli. I singoli membri, mossi dalla rabbia del sentirsi lasciati soli dai “genitori” e spinti anche dalla determinazione a non mollare, riuscivano ad allearsi e a trovare modalità cooperative vincenti. Il gruppo di allievi è stato in grado di portare a termine il suo progetto di lavoro sul “sostegno alla genitorialità” con successo; noi formatori, come “genitori consapevoli del processo evolutivo” del gruppo abbiamo lavorato per permettergli di conoscere le dinamiche messe in atto e, a loro volta, di riconoscere più facilmente le dinamiche di gioco proposte dal gruppo degli utenti. Il corso è terminato con un forte senso di orgoglio e brindo al loro e al nostro successo portando dentro di me energia e ottimismo che mi (e ci) consentono di orientarci verso una prossima avventura ….da argonauti!!!

Paola Bisciglia

vicepresidente Associazione Argo

Nessun commento: